“Ferite a morte”, il video del reading alla Camera

  • 26 novembre, 2013

«Grazie alla signora Clio Napolitano, grazie al presidente Letta e alla signora Gianna, grazie al presidente Grasso e alla signora Maria, grazie a tutte le attrici che hanno accettato “pro bono” il nostro invito, grazie a tutte le parlamentari presenti con la maturità di donne che riescono a stare insieme sui grandi temi». Così la Presidente Laura Boldrini ha chiuso alla Camera la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, dopo avere allestito un intenso spettacolo nella Sala della Regina di Montecitorio. C’era anche la signora Clio ad ascoltare attrici, ministre e parlamentari che recitavano “Ferite a morte” di Serena Dandini, contemporaneamente impegnata a portare quelle stesse letture nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. E la Sala, gremita, è diventata un palcoscenico: la ministra Nunzia De Girolamo cita Roberto Saviano, usa la sua lingua campana per raccontare la storia della donna di 25 anni, uccisa da 66 coltellate, “20 dritte dritte al cuore… Aveva paura che non schiattavo…”. Poi tocca a Titti Di Salvo, che ha ricordato un’altra storia di violenza che arriva dalla Sicilia. E Giorgia Meloni, che recita la sua storia di femminicidio, questa volta a Roma, con Facebook e la rete protagoniste. Paola Binetti va in India, un femminicido ambientato lì, tocca a lei dopo Malika Ayane.  Poi c’è la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, che non rinuncia a recitare la sua storia pur essendo infortunata e deve raggiungere il palco con una carrozzella. Ancora: Pia Locatelli, Ambra Angiolini, Geppi Cucciari con la sua vittima eccitata “dall’uomo forte… Un po’ di violenza, una frustatina ogni tanto… Ma lui ci ha preso preso la mano…” E l’ha uccisa. Altre violenze raccontate con leggerezza e grande maestria da Sonia Bergamasco, Angela Finocchiaro, Lunetta Savino. Un palco che contamina storie politiche e personali diversissime ma tutte unite contro la violenza, per uno spettacolo inconsueto alla Camera. Alla fine si riaccendono le luci e Laura Boldrini aggiunge poche parole, si è già detto molto. Cita la Convenzione di Istanbul per dire che «la violenza sulle donne è una violazione dei diritti fondamentali dell’uomo». Fa un’incursione nell’economia ricordando che la violenza sulle donne costa anche «17 miliardi di euro l’anno». Infine invita alla «sobrietà nell’immagine e nel linguaggio», a non «parlare più di “raptus o di baby squillo”. E invoca la Crusca che ha autorizzato l’uso femminile di parole tradizionalmente al maschile, come “ministra” o “sindaca”, per rinnovare l’appello a non chiamarla in aula “signor Presidente”. Alla fine i baci e gli abbracci, la patron di Miss Italia, Patrizia Mirigliani, va a complimentarsi con Mara Carfagna, Letta bacia Geppi Cucciari, la Meloni parla con Ambra e con l’attore Alessio Boni, in rappresentanza di uomini che si sentono «piccoli e a disagio». Ma qualcuno, come lui e Alessandro Roja, ci hanno «voluto mettere la faccia».

Qui sotto un estratto video dell’evento. Più in basso il servizio realizzato da Repubblica Tv.

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