Il mio corpo di donna viva a donne che vive non lo sono più

  • 4 dicembre, 2012

“Per me, partecipare al progetto teatrale Ferite a morte significa dare un nome a un’emergenza sociale, mostrarla, nominarla, raccontarla, costringere la società a prenderne atto, perchè solo così la si può contrastare. Significa dare la mia voce e il mio corpo di attrice e di donna viva a donne che vive non lo sono più.

Significa far sentire meno sole le donne che sono prigioniere della violenza. E così, sentirmi meno sola anch’io”. Così Emanuela Grimalda, che è stata sul palco di “Ferite a morte” nelle due tappe di Bologna e Palermo, regalandoci due bellissime interpretazioni di altrettanti racconti scritti da Serena Dandini.

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