“Ferite a morte” nella Grande Mela: il racconto di Amanda Palmer

  • 17 dicembre, 2013

Ha varcato la soglia del Palazzo di Vetro con il suo inseparabile ukulele Amanda Palmer, donna straordinaria, artista eclettica e mattatrice della blogosfera. Nel diario che ha pubblicato nei giorni scorsi sul suo blog, Amanda racconta la sua esperienza con Ferite a Morte nella sede delle Nazioni Unite, lo scorso 25 novembre:

where politics and art intersect, incredible insights can and do happen. i think art can teach things that speeches and graphs cannot, and so i think it is awesome that the UN created this opportunity.

for the end-violence-against-women day, the UN brought in a celebrated italian playwright named serena dandini to present a set of monologues she’d written called “ferite a morte” (translating to “wounded to death”)…

L’arte può insegnare cose che le parole e i grafici non possono trasmettere, dice Amanda. E in effetti Ferite a morte, quel giorno, ha dimostrato proprio questo.

my reading was the only one that wasn’t from the perspective of a single woman – it was a little more esoteric than the others.
i was proud that serene trusted me to read it.
i tried not to perform.
i tried just to speak.

Ero fiera di essere stata scelta da Serena Dandini. Ho tentato di non recitare, ho preferito semplicemente parlare. Ed eccolo il monologo di Amanda Palmer, incluso nella playlist di quell’evento, già disponibile su youtube.

 

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