Decreto legge contro il femminicidio: i video delle audizioni alla Camera

  • 16 settembre, 2013

Si sono tenute nei giorni scorsi a Montecitorio le audizioni di associazioni ed esperti davanti alle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia della Camera, nell’ambito dell’iter di conversione del decreto legge sul femminicidio.  Qui e qui trovate i filmati integrali delle sedute, un po’ lunghi ma sicuramente utili per capire i termini del dibattito. Dalle audizioni sono emersi dubbi sulla irrevocabilità della querela e sulla delazione anonima,  sull’accostamento della violenza sulle donne a un fenomeno di ordine pubblico e sulla mancanza di ipotesi di “trattamento” del violento. L’Unione Camere Penali con il presidente Valerio Spigarelli ha ribadito le critiche: «No alla legislazione simbolica, reattiva e asistematica». Sull’irrevocabilità querela prevede «effetti antiteci a quelli voluti, perché si finirà per avere meno denunce». A questo proposito il professore Oliviero Mazza, ordinario di procedura penale alla Bicocca ha proposto una «revocabilità concessa dal giudice all’esito di un processo di mediazione» e ha sottolineato che «le delazioni anonime non devono avere diritto di cittadinanza nel nostro ordinamento, nemmeno in riferimento alle misure di prevenzione. Tra l’altro è inutile perché il denunciato addosserà immediatamente la responsabilità della segnalazione alla vittima». Dubbi anche dalla associazioni a tutela delle donne. Il dl non sia solo «un’occasione fugace dal punto di vista politico e giuridico», ha affermato Roberta Mori, coordinatrice nazionale degli Organismi regionali di pari opportunità, aggiungendo che «se non segue un’effettiva tutela della vittima si rischia di avere solo un aumento delle statistiche sulle denunce alle forze dell’ordine». Dell’inefficacia della irrevocabilità della querela ha parlato anche l’Assocazione Di.Re con la presidente Titti Carrano: «È una responsabilità che al momento lo Stato non è in grado di assumersi perché richiede un serio programma di protezione della vittima e una rete ben finanziata».  Gabriella Carnieri Moscatelli presidente di Telefono Rosa, ha richiamata l’attenzione su un aspetto non toccato: «È certo importante la prevenzione, l’educazione e l’applicazione corretta delle leggi, ma del trattamento del violento continuiamo a non parlare». L’attice Lunetta Savino, una delle animatrici del comitato ‘Se non ora quando’, ha messo in luce «il merito di cogliere un sentimento di crescente insofferenza, ma non possiamo tacere la nostra forte perplessità per un atto normativo che riduce la violenza sulle donne ad un fatto di ordine pubblico, mettendola al pari della violenza negli stati e al furto di rame. È una distorsione culturale perché riguarda il sentimento di dominazione sulle donne e come tale va combattuta» con un riforma dei programmi scolastici, la regolamentazione e l’autoregolamentazione della tv e della pubblicità, la promozione delle opportunità lavorative che renda le donne meno ricattabili. Quanto ai finanziamenti «le risorse possono essere rivenute nei fondi europei, negli ultimi anni irresponsabilmente spesi o mandati indietro».

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